Oggi a Roma, e' una magnifica giornata di sole, dove il freddo si fa particolarmente sentire, ma oltre al freddo sono le voci di centinaia, migliaia di persone a farsi sentire.
La protesta si sta levando alta, contro chi fa finta di non sentire, contro chi crede che gli italiani siano una manica di deficienti pronti a credere tutte le storie, anche le più assurde.
Non credo alla fine che questo governo abbia fatto tutto male, anzi, ritengo che abbia cercato di sistemare alcune cose, che resistono, imperturbate da oltre cinquanta anni, le lobbies, le caste, il corporativismo. In nome di questa lotta contro chi vuole che il nostro paese resti arretrato in nome dei loro privilegi, abbiamo dovuto sopportare le angherie di un imprenditore che ha confuso lo Stato, con la propria azienda, che ritiene che la sede del governo sia casa sua, che non distingue più la morale collettiva con quella legata ai propri interessi.
Una nazione, l'Italia, la nostra nazione, perde quotidianamente potere contrattuale nei confronti dei paesi maggiormente vocati allo sviluppo, e che hanno fatto della cultura e della ricerca il loro nodo cruciale.
Il nostro paese, ignorando l'importanza fondamentale della scuola, dell'istruzione, dei talenti artistici, dei beni culturali, dell'ambiente, si e' avventurata in un ginepraio, costellato di concetti legati solo ad uno pseudo sviluppo di facciata, vedi il nucleare, la politica dei rifiuti in Campania, la Tav ecc. Una serie di pseudo programmi difesi a spada tratta da parlamentari che non rappresentano nessuno, se non gli interessi personali e le lobbies che hanno permesso loro di essere eletti.
Abbiamo nascosto la polvere e la sporcizia sotto il tappeto, sperando che nessuno se ne accorgesse, ma la sporcizia e' troppa, e non e' più possibile nasconderla.
Oggi in parlamento Berlusconi dovrà fare i conti, prima che con l'opposizione, con se stesso, con la propria arroganza, con la sua superficialità', quello che pero' non mi fa esultare, non sono le proteste, ma la coscienza di chi sa che non esiste una alternativa credibile. Non basta mandare a casa un cattivo amministratore, per cantare vittoria, occorre individuare un valido sostituto.
Le cronache parlano di Tremonti, di Draghi, addirittura di Alfano, tutti vanno bene e sono meglio dell'attuale premier per la folla pronta a cavalcare la protesta. Ma purtroppo così non e'. Occorre che le forze politiche siano in grado di fare un'analisi corretta e inizino ad elaborare dei programmi che permettano di mettere in luce una nuova classe dirigente totalmente sganciata dal potere trasversale che oggi in Italia governa realmente.
E' qui che e' caduto Berlusconi, nell'essersi sopravvalutato, nell'essere stato sicuro di poter combattere il potere oscuro che governa la nazione con l'ottimismo, con le battute, con la sola voglia di fare.
I suoi parlamentari, persone per la quasi totalità prive di propria personalità sono allo sbando, incapaci di qualsiasi azione che non venga dettata dall'alto, attendono ordini.
Oggi sarà' una giornata dura, per la politica italiana, per i padri di famiglia sia loro siano uomini o donne, sara' una giornata dura per chi ha coscienza e per chi ha volontà di creare un futuro realmente alternativo, sarà' dura per chi non arriva a fine mese, perché in ogni caso, comunque vadano le cose, non e' cambiando l'attore principale che cambia la trama del racconto. Questa deve essere cambiata di sana pianta, prestando maggiore attenzione alle reali esigenze della gente, a come si evolve il mondo, e non alle beghe personali dei singoli.
Comunque vadano le cose, tutto resterà' immutato, non ci saranno ne vinti, ne vincitori. Resterà alla fine la solita amarezza di essere stati ad un passo, ma ad un passo da cosa?
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