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sabato 18 dicembre 2010

Ancora sul dissenso studentesco

Fanno bene gli studenti

Fanno bene ad arrabbiarsi, a contestare, a lottare, a rivendicare i loro diritti.
Fanno bene a non sentirsi riconosciuti da politicanti da strapazzo, senza nessuna legittimazione democratica, figli di una legge elettorale vergognosa che nonostante tutto non si riesce, non si vuole cambiare.
Fanno bene, dopo anni di lotta e confronto democratico, ad arrabbiarsi. Negli anni passati, nessuno ha voluto ascoltarli, eppure hanno cercato in tutti i modi di interloquire, e hanno ricevuto come risposta una riforma che non tiene minimamente conto delle loro esigenze.
Ogni riforma invece, deve tener conto delle esigenze della classe che subisce i tagli, dei suoi dubbi, delle sue proposte, seguendo un percorso democratico. Questo invece, e' il governo dei tagli, a cui piace gongolarsi dicendo "noi non mettiamo le mani nelle tasche della gente", dimenticando abilmente che pero' si mettono le mani nei sogni, nei desideri, nelle aspettative dei ragazzi, privandoli di quello che a loro sta piu' a cuore, il futuro.
Una generazione senza futuro quindi, che protesta perché la classe politica, che non ha assolutamente capacita' di visione, affetta com'e' da miopia congenita, riesce solo a focalizzare il suo lavoro su problematiche a breve termine.
I ragazzi protestano perché vogliono capire da noi quello che sta accadendo e ovviamente pretendono risposte esaurienti. Qual'e invece la risposta? Il nulla, risposte evasive.
L'atteggiamento tenuto dal Ministro La Russa ieri sera in televisione, e' il chiaro esempio di un atteggiamento distante mentalmente mille anni luce dalle problematiche che sono sul tavolo.
I ragazzi tentavano di far capire che non si sentono rappresentati da questa classe politica, che giornalmente gioca sul destra-sinistra, senza affrontare minimamente il problema che questi mettono sul tavolo.
Ed invece sono stati attaccati da piu' fronti dalle cariatidi del politichese che facevano continuamente raffronti con la protesta degli anni settanta.
Rispetto a tale periodo non c'è assolutamente niente da associare, se non con una visione miope e superficiale gli scontri.
E' come se per via dei morti che fanno da comune denominatore, si potessero fare confronti tra le guerra punica e la seconda guerra mondiale.
Occorre invece dire chiaramente, che questa classe politica, da qualsiasi lato la si guardi, e' oggettivamente impreparata ad affrontare il problema perché questa e' una tematica che richiede un approccio legato alla capacita' di visione.
I giovani, correttamente, vedono la vita come prospettiva futura e quindi gia' sanno che gli errori della politica di oggi ricadranno su di loro nei prossimi dieci quindici anni e saranno quindi irreversibili per loro.
Hanno paura di non trovarsi di fronte interlocutori adeguatamente preparati. E' come diceva Hans Jonas in "principio di responsabilità", bisogna imparare a comprendere che i tempi che viviamo ci portano a modificare l'approccio alla problematica temporale. Un'azione compiuta oggi potrebbe manifestare gli effetti non subito, ora, come eravamo abituati, ma tra 20, 30 anni.
E' questa la vera sfida a cui e' chiamata a rispondere la politica oggi, sul cui tema appare totalmente sorda, disattenta. Altro che terzo polo, i ragazzi chiedono, suggeriscono un nuovo atteggiamento mentale, che faccia dell'approccio alla visione uno dei punti di partenza.
Nessuno, che riesca a mettersi nei loro panni e che comprenda che sono loro quelli che dovranno pagare in termini di incertezza e altro gli errori e le malefatte altrui.
Sono loro che dovranno pagare il deficit creato da questa società incapace, sono loro che dovranno pagare la mancanza di preparazione che la nostra scuola genera, sono loro che dovranno pagare il prezzo per l'inserimento in un mondo del lavoro ormai al collasso, sono loro che dovranno pagare la mancanza di competitività del sistema da noi creato.
Si fa presto a giudicare quando sono gli altri a rischiare. Senza scomodare la celebre frase di Ricucci: "so' tutti bboni a fa' i froci cor culo de' jartri", pero', paradossalmente e' questo quello che sta accadendo.

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