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giovedì 23 aprile 2015

Un abbraccio è meglio di uno smile

Quando la tecnologia vuole sostituire la vita, quella vera.

L'attività sui social rischia di sostituire il rapporto con i genitori e gli amici
In questi giorni ho letto post in giro dove si cerca di far passare il concetto che esiste una differenza tra il "nativo digitale" come lo chiamano e chi ormai è out-fuori, come me.
A questi signori, out anche loro perchè hanno la stessa mia età, ho risposto che 

"La questione è se la tecnologia digitale possa o no sostituire l'esperienza di vita, c'è poco da suddividere la società in nativi digitali o no. La considerazione è estremamente semplice e come sempre avviene si cerca sempre di complicare le cose con sofismi concettuali.
Un giovane anche se "digitalizzato" come dice qualcuno si troverà prima o poi a fare i conti con l'esperienza diretta della vita e si accorgerà a sue spese che non tutte le risposte sono su Google. Questa assenza di risposte digitali lo porterà a cercare la verità nei rapporti interpersonali o drammaticamente ad una chiusura che lo porterà inesorabilmente all'isolamento.
Sono personalmente per la riscoperta dei sorrisi, per la stretta di mano, la carezza, lo sguardo. La tecnologia non potrà e non dovrà mai sostituire il rapporto genitore figlio.
Ecco il punto, scusate che non mi sembra sia stato toccato, l'educazione. Noi genitori spesso deleghiamo l'educazione dei figli al computer, una volta era delegata alla TV .
Queste forme di delega in bianco a mezzi inadeguati deve essere ridimensionata. Siamo noi genitori che dobbiamo riappropriarci della centralità del rapporto con i figli ed insegnare loro che il rapporto virtuale è un complemento, perché se diviene la centralità allora vuol dire che si sta sbagliando.
Una visita alla Cappella Sistina sul Pc non sarà mai uguale alla sensazione provata immergendosi realmente in quel capolavoro; ora però bisogna far capire che non tutto è virtuale, e che la Cappella Sistina esiste davvero.

Ipertecnologizzati
Quindi tutto è legato all'educazione ed al rapporto che un genitore ha con il figlio e far comprendere che la tecnologia è stata creata per supportare l'uomo nella vita e non sostituirla con una virtuale che alla fine non esiste.
Però per avere successo in questo processo, dobbiamo noi essere i primi ad esserne convinti, perchè molti non più giovani come me o "diversamente giovani " come mi disse una giovanissima prendendomi in giro, vogliamo essere al passo con i tempi. (Bella storia!)
L'errore quindi è fondamentalmente il nostro, i giovani vogliono ed hanno bisogno di noi, non deleghiamo l'amore ad una macchina insensibile e comprendiamo che guardare un figlio negli occhi è  bellissimo ed è sicuramente meglio che inviare una faccetta, (smile come direbbe qualcuno) e sapete perché?
Perché lo smile non piange e non abbraccia chi ha ne ha bisogno."



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