L'arte, continua ad essere al centro della comunicazione. in questo caso, dialoga con la scienza.
Connubio vincente.
da exibart.com
La scienza, che emozione!
A
Bologna la scienza va in piazza e dialoga con l'arte. Non attraverso
immagini direttamente legate ad essa, ma con la fantasia che si attiva
su percorsi sghembi e allusivi. Perché a volte gli artisti “fanno
scienza” senza saperlo. E gli scienziati usano molto la parte destra del
cervello. Poi c'è anche chi fa psicoterapia con un quadro. Per capire
chi si è. Tra minerali, alberi e altre visioni
|
Andrea Viliani, direttore della Fondazione Galleria Civica di Trento,
sostiene che gli artisti migliori guardano al di là dell'arte, verso
mondi lontani dalle ristrettezze che spesso ne affliggono il sistema. E'
un'ipotesi affascinante, che forse spiega come mai oggi molti artisti,
per lo più giovani, mettono a fuoco lo sguardo su orizzonti di pensiero
che apparentemente con l'arte hanno poco da spartire. Ma, oltre a
questo, affinano le loro pratiche condividendo linguaggi extrartistici.
Due iniziative, attualmente presenti a Bologna, confermano l'idea.
Promossa dalla Fondazione Golinelli, si apre oggi "Da zero a cento. Le
nuove età della vita”, terza edizione dell'iniziativa "Arte + Scienza”
di scena a Palazzo Re Enzo (a cura di Giovanni Carrada per la sezione
scientifica e di Cristiana Perrella per quella artistica, fino al 12/2 a
Bologna e dal 21/2 al1/4 alla Triennale di Milano). E, in questo caso,
dire "di scena” è assolutamente pertinente. Perché la scienza si
esibisce, mette in gioco un appeal dato dalla capacità di schiudere
nuove prospettive, fornendo informazioni che ci riguardano: dalle più
semplici e più curiose – come mai gli uomini hanno l'anulare più lungo
dell'indice e le donne no? Perché durante la vita fetale hanno avuto una
maggiore esposizione al testosterone – alle più dense che poggiano
sull'osservazione scientifica e poi statistica dei fenomeni.
L'artista guarda avanti attraverso la sua sensibilità sghemba, in questo modo forgia immagini che spesso anticipano la realtà. E' il suo mestiere. Senza questo non avremmo avuto le potenti soluzioni concettuali di Giorgione o le intuizioni spiazzanti di Mario Merz. E per questo gli siamo grati. Ma non è che la scienza proceda in maniera tanto diversa: per mettere a punto la legge dell'oscillazione del pendolo, Galileo ha osservato a lungo dentro il duomo di Pisa come si muoveva il pendolo, ma ad un certo punto ha immaginato che lì si nascondesse qualcosa che sfuggiva dalla mera osservazione. A quella legge insomma, c'è arrivato in virtù di un'intuizione creativa. Non tanto lontana da quella che accende l'immaginazione dell'artista. "Da zero a cento. Le nuove età della vita” non parla esplicitamente di questo, ma sottende l'idea della possibile convergenza tra la scienza e l'arte, due mondi molto cari a Marino Golinelli, vispissimo collezionista e imprenditore in ambito scientifico a 91 anni suonati. La mostra ricorre ad alcune immagini artistiche che attraverso la loro preziosa ambiguità - che schiude un ventaglio di significati e interpretazioni – aiutano il pubblico a "vedere” e a leggere i fenomeni scientifici. Ma c'è un'altra iniziativa che vorrebbe allargare la prospettiva dell'arte, interrogandola da un punto di vista psicologico. E' quanto fa Rebecca Russo, psicoterapeuta di formazione sistemico relazionale e collezionista, che da sei anni ha introdotto l'opera nella seduta con il paziente. «I risultati sono molto interessanti, a funzionare meglio sono le opere che stimolano la narrazione: artisti come Masbedo, Marzia Migliora, Nathalie Djurberg, Regina José Galindo, Francesco Vezzoli e Marina Abramovic». |
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domenica 18 marzo 2012
Da Exibart.com 17/04/2012
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