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martedì 29 novembre 2011
Le banche e l'apoteosi dell'assurdo
Ecco, la notizia e' arrivata, la aspettavamo da tempo e all'improvviso e' apparsa senza grandi commenti, in silenzio come e' giusto che fosse.
Mario Monti, il Premier delle Banche, mentre con una mano si appresta a prelevare dalle tasche degli italiani miliardi di euro nel nome del risanamento di un'economia che non c'e più, con l'altra avalla un patto scellerato con i due premier Sarkozy e Merkel, per rifinanziare le banche, per salvarla dal default, che vuol dire senza mezzi termini fallimento.
In questa situazione catastrofica, dovuta alla negligenza ed incapacità dei banchieri, si assiste impassibili alla proposta di immettere nel circuito anche titoli "di scarsa qualità",come si legge esplicitamente nell'articolo.
Cosa vuol dire questo passaggio? Che per colmare il buco verranno inseriti titoli di aziende in odore di fallimento come avvenne con Parmalat?
Qualcuno lo spieghi, con urgenza.
Si rischia cosi, di mettere a rischio, dopo aver prelevato miliardi con nuove tasse e fatto fare enormi sacrifici alle famiglie di vedere andare in fumo i risparmi di una vita?
Qualcuno lo spieghi, ma non con proclami, con dati di fatto, con umiltà.
Con queste assurde manovre qualcuno crede si possa ritornare a conquistare la fiducia dei mercati.
La verità e' un'altra, e cioè che dopo aver prelevato miliardi dalle tasche degli Italiani e risanato per l'ennesima volta le banche ed il loro sistema di potere, i mercati continueranno a perdere, perché questi mercati sono il risultato di una logica speculativa intenta a sfruttare esclusivamente l'instabilità e le paure.
Abbiamo così da una parte una speculazione intenta alla conquista di spazi di mercato importantissimi a due soldi e dall'altra persone solo intenti a salvaguardare i loro privilegi assurdi ed il loro sistema ormai in tilt.
Questa miscela esplosiva se non arrestata in tempo porterà al disastro, senza possibilità di recupero.
Occorre che le banche centrali ritornino sotto lo stretto potere dello Stato, questo vale anche per la BCE. Che gli istituti di credito in aria di fallimento vengano commissariati e che i piani di risanamento divengano pubblici, trasparenti.
I cittadini hanno il diritto di sapere dove vanno e per cosa veneranno utilizzati i loro risparmi.Occorre inoltre che i governanti affrontino questa crisi epocale con l'ottica non di una crisi temporanea, ma come una crisi di sistema e che quindi si lavori per modificare politica ed atteggiamenti consumistici.
E' auspicabile che si arrivi a politiche di risanamento rigide in cui non si parli più di PIL, ma di indicatori seri, reali, che evidenzino uno sviluppo economico responsabile, esattamente il contrario di quello che sta accadendo ora.
Domenico Gioia
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